domenica 25 aprile 2010

Il gioco come strumento di sviluppo cognitivo e socioaffettivo


La dimensione ludica si configura come un'attività in grado di sviluppare le funzioni intellettive ed affettivo-emotive del soggetto che "gioca".

Nell'atto ludico si integrano sei componenti psicologiche: la motivazione intrinseca ossia il piacere gratuito di mettere in atto il gioco; la priorità dei mezzi sul fine ossia l'importanza di come viene svolto il gioco piuttosto del risultato finale; la dominanza dell'individuo rispetto alla realtà esterna il gioco permette lo sviluppo della fantasia e della creatività in un contesto sicuro privo di disagi e difficoltà presenti invece nella realtà; la non letteralità che permette di trattare gli oggetti e le situazioni come se fossero qualcosa d'altro; la libertà dai vincoli nel gioco spontaneo non vi sono regole prestabilite e potenzia in questo senso la ricerca di nuovi significati; il coinvolgimento attivo nel gioco viene incentivata la partecipazione, la socializzazione, l'interesse e l'impegno nell'attività ludica.


Queste componenti, di carattere psicologico, sottolineano ulteriormente la necessità per i bambini di giocare, di vivere momenti ludici spontanei che gli permettano di estraniarsi dalla realtà piena di regole, vincoli e senza il semplice piacere di giocare senza altre motivazioni.

Nel contesto dell'asilo nido, a mio avviso, vi è la necessità di proporre ai bambini attività strutturate dalle educatrici e ottimali per lo sviluppo di alcune abilità della crescita infantile, occorre però lasciare ampi momenti di gioco libero e spontaneo, guidato dalle esigenze e necessità del bambino che è in grado di condurlo autonomamente e riceverne i benefici per il suo sviluppo cognitivo ed affettivo.

1 commento:

  1. é vero Silvia, all'asilo nido i bambini hanno si bisogno di attivita strutturate che li aiutino a sperimentare le loro abilità e a prenderne coscienza, ma anche i momenti di gioco libero non sono da meno. é propio durante questi momenti che i bambini cominciano a fare i primi giochi di gruppo, e inoltre gli si lascia a loro l'organizzazione del gioco, rendendoli così autonomi.

    RispondiElimina