- dialogo tonico ossia una modalità comunicativa essenzialmente corporea, una forma di comunicazione del corpo, con il corpo e i corpi, essenzialmente basata sulla modulazione del tono muscolare.
- gioco senso-motorio ossia il dinamismo dei salti, delle corse, dei tuffi, dei rotolamenti che permette di sperimentare una rottura tonica: un buttare fuori parti di sé, il bisogno di sperimentare-sperimentarsi in condizioni di equilibrio e disequilibrio.
- gioco proto-simbolico e simbolico ossia il nascondersi e il ritrovarsi, il costruire e il distruggere, il far finta che, dove la regola-base è facciamo come se, facciamo che io ero. Il gioco simbolico permette la simulazione di ruoli e di regole, allena ai rapporti sociali: al mestiere di mamma e papà, del dottore, del pompiere, dell'insegnante ecc.
- gioco rappresentazione e narrazione ossia quell'insieme di attività che permettono di rappresentare l'azione ricorrendo a differenti codici: quello iconico (grafico-pittorico, manipolativo), il linguaggio sonoro-musicale, verbale, teatrale ecc.
giovedì 6 maggio 2010
Il gioco cambia e cresce con il bambino
mercoledì 5 maggio 2010
Il gioco è azione
lunedì 3 maggio 2010
Il piacere di giocare
venerdì 30 aprile 2010
Tecniche ludico-animative
giovedì 29 aprile 2010
Il diritto a giocare
mercoledì 28 aprile 2010
Il Gioco simbolico
Il gioco simbolico è caratterizzato da cinque livelli:
- Schemi presimbolici: gli oggetti vengono utilizzati in modo appropriato, ma fuori dal contesto normale.
- Schemi autosimbolici: l'atteggiamento del bambino nei confronti della realtà è già modificato, esiste differenziazione mentale tra ciò che è letterale e ciò che è per finta.
- Gioco simbolico decentrato: nella forma più avanzata i destinatari del gioco divengono attivi insieme al bambino.
- Gioco simbolico combinatorio: riconosciemnto delle diverse componenti che costituiscono una sequenza di azioni.
- Gioco simbolico gerarchico: l'attività di finzione è regolata da un processo mentale autonomo.
Dopo i due anni d'età, il gioco simbolico evolve nel gioco di fantasia con caratteristiche di gioco sociale, gioco per l'apprendimento e con competenze di metacomunicazione.
martedì 27 aprile 2010
L'evoluzione del Gioco
Le tre fasi evolutive del gioco sono: il gioco di manipolazione che a partire dal riflesso circolare terziario (le azioni rivolte verso il proprio corpo, es: giocare con le proprie mani) evolve intorno ai 6 mesi nella manipolazione degli oggetti.
Dai 6 ai 12 mesi la manipolazione è dominante ma ancora non ha un vero e proprio scopo esplorativo, bensì colleziona informazioni sensoriali percettive sugli elementi manipolati.
In questa fase è importante l'esposizione ai diversi tipi di elementi da far manipolare ed è necessario guidare, potenziare la capacità di esplorare con obiettivo.
L'educatore deve ampliare progressivamente la capacità di esplorare le caratteristiche prima percettive e poi funzionali degli oggetti.
Il gioco di funzione evolve dal gioco di manipolazione quando il bambino riconosce oltre alle proprietà sensoriali anche quelle funzionali (es: il cucchiaio per mangiare, il cappello da indossare).
Tra l'anno e l'anno e mezzo, il gioco di funzione consente di completare l'esplorazione delle proprietà funzionali e sensoriali degli oggetti.
Fondamentale per l'educatore è guidare e potenziare tale esplorazione (es: con una bottiglia ruotarla, spingerla a terra, rovesciarla, scuoterla e poi far fare al bambino).
Per l'educatore è fondamentale permettere al bambino di integrare tutti i canali: suono, tatto, funzione...fino a quando il bambino li riconosce, li sceglie e li usa autonomamente.
Intorno ai 18 mesi compare il gioco simbolico, che consente il passaggio al "far finta di" e che approfondiremo nel prossimo post.
Per ulteriori informazioni sul gioco di manipolazione potete visitare il sito http://infanzia.biz/...e.../i-giochi-di-manipolazione.html
Secondo me è estremamente importante per un'educatrice di asilo nido conoscere i diversi tipi di gioco che fanno riferimento a diversi livelli dello sviluppo infantile, ad abilità già acquisite dal bambino o ancora da acquisire, per predisporre materiale e strutturare attività adeguate...per poter potenziare e facilitare il bambino al raggiungimento del livello successivo di sviluppo (e di conseguenza di gioco) e intervenire nel caso di ritardi e difficoltà.
Il gioco è un importantissimo strumento di valutazione dello sviluppo infantile.
lunedì 26 aprile 2010
Gioco e pensiero simbolico
domenica 25 aprile 2010
Il gioco come strumento di sviluppo cognitivo e socioaffettivo
sabato 24 aprile 2010
La concezione del Gioco
"I giochi dell'infanzia non sono da riguardarsi comePer Huizinga:
frivolezze, ma come cose di molta importanza e di un profondo
significato"
"Nei giochi e con i giochi la vita sociale si riveste di
forme soprabiologiche che le conferiscono maggior valore. Con quei giochi la
collettività esprime la sua interpretazione della vita e del mondo. Dunque ciò
non significa che il gioco muta o si converte in cultura, ma piuttosto che
la cultura, nelle sue fasi originarie, porta il carattere di un gioco"
venerdì 23 aprile 2010
Contesti dell'Animazione
I contesti di azione dell'animazione socioculturale:
- TURISMO centri turistici, aziende turismo, centri termali, parchi e giardini, vacanze studio
- CULTURA cineforum, teatro, mostre, musei, biblioteche, concerti, convegni
- OCCUPAZIONE inserimento nel lavoro, Informagiovani, laboratori preprofessionali
- ASSISTENZA centri per minori, disabili ed anziani, reparti pediatrici, comunità alloggio
- ASSOCIAZIONI cooperative di lavoro, di solidarietà sociale, gruppi di volontariato
- FORMAZIONE scuola, corsi di aggiornamento, università della terza età
- TEMPO LIBERO ludoteche, centri sportivi, parchi divertimento, feste private
Per ulteriori informazioni potete consultare il sito http://www.gruppoabele.org dove trovate informazioni sull'animazione, sui diversi contesti nei quali opera e sulla rivista Animazione Sociale, visitatelo!
Per quanto riguarda la professionalità di educatrice della prima infanzia, i contesti che ci interessano sono quelli legati alla formazione, alla cultura, al tempo libero e all'assistenza nel caso di educatrici che lavorano all'interno di reparti ospedalieri pediatrici. Tutti gli altri contesti non rimandano ad ambienti dove svolgeremo il nostro lavoro ma è comunque, secondo me interessante sapere che l'animazione agisce in diversi contesti ottenendo risultati positivi ed interessanti, inoltre ci può essere utile per percorsi di continuità tra asili nido e contesti diversificati presenti sul territorio.
giovedì 22 aprile 2010
Animazione per socializzare
L'animazione, in senso educativo, si propone di "aggregare" e "giocare" per permettere la socializzazione, attraverso la costruzione di significati sociali e culturali.
Le funzioni dell'animazione riguardano tre aree:
- l'area dell'agio con finalità di educazione, aggregazione, orientamento, motivazione
- l'area del rischio con finalità di prevenzione e riduzione del disagio
- l'area del disagio con finalità di terapia, riabilitazione e azioni di cura del disagio
"Essere un vero animatore significa infondere la
vita
a un gruppo e, dopo avergli dato questa vita, aiutarlo a pensare, a
riflettere,
a dominare i propri sentimenti"